A volte mi chiedo se le giornate della mia gioventù durassero 40 ore, o qualcosa del genere. Non capisco, infatti, come avrei fatto a fare in sole 24 ore tutto quello che facevo in un giorno. Tralasciando le 8 ore di sonno, c'era infatti la scuola, e gli eventuali pomeriggi al doposcuola, almeno fino al 1984. Poi, i compiti, la merenda, le infinite partite a pallone, per non parlare della televisione. Considerando telefilm e cartoni, avrò passato una dozzina di anni davanti alla tv.. e il catechismo? e le ore passate a ridurre i sistemi del totocalcio? e le partite a figurine? Eppure, nonostante tutto, rimaneva ancora tempo, e pure molto tempo, per i videogiochi. Non parlo delle mitiche partite col Commodore 64, dove passavi decine di minuti a caricare un videogioco che stava su un'audiocassetta. No, qui mi riferisco alle gloriose, polverose sale giochi degli anni 80, quando bastavano ancora 100 lire per vivere una fantastica avventura su uno degli ultimi "capolavori" della Sega o della Atari.
Giochi come pac-man, kangaroo, burnin rubber, che a noi figli di asteroid sembravano meraviglie artistiche e tecnologiche. E poi l'epopea di karate champ, hyper olympic, e i fantastici sparatutto spaziali. E l'unico e solo wonder boy, nei suoi vari seguiti: saranno pure residuati bellici, ma provateci voi, figli di halo e half-life, a creare un capolavoro di giocabilità in meno di 200 kb.. e il meraviglioso exciting soccer stava in meno di 100 kb.. Allora, pronti che si salta insieme in quelle vecchie, polverose sale giochi di 20 anni fa, e ricordatevi che alle 7 dovete tornare a casa per cena..
Il genere che ha dominato la classifica dei successi di sala gioco di inizio anni '80, tante "piattaforme" una sopra l'altra, con l'eroe che salta, corre, tira pugni e calci sopra di esse, per sfuggire alle forze nemiche e continuare la sua corsa verso l'obiettivo di fine livello e poi di fine gioco.
I bambini e i ragazzi degli anni '80 appartengono a una generazione che viveva di corse, lotte, partite a pallone, gare di bici e su pattini, e continuava a cercare sport anche in tv e in sala giochi, dove abbondavano le conversioni 8 bit degli sport più importanti, sia fedeli che con qualche "licenza poetica".
Per chi sognava le grandi avventure dei libri di Verne (perchè NOI leggevamo i libri, negli anni '80..) c'erano i videogiochi di avventura, lunghe epopee in terre incantate, in cui come gli eroi delle saghe medievali si doveva portare a termine una "ricerca", fosse di un oggetto rubato, o più spesso, di una fanciulla rapita.
Le corse, altro pilastro dei nostri spensierati anni '80: in tv con la formula uno e le evoluzione del motociclismo, e soprattutto con Ken Falco e Takaya Todoroki, in sala giochi con quelli che all'occhio smaliziato dei giovani possessori di PS3 potrebbero sembrare solo pochi pixel colorati, ma che con la nostra grande fantasia riempivamo di sostanza, diventando missili a due e quattro ruote che sfrecciavano a 300 all'ora.
Non c'era solo azione frenetica, in sala giochi, ma anche momenti di "riflessiva" concentrazione su mattoncini colorati, da abbattere se formavano un muro, da far ruotare e incastrare al suono di un'ipnotica musica russa per formare righe infinite, ma anche pretesto per lennesima variazione sul gioco del calcio.
Con questi giochi si tornava all'azione frenetica, a sentirsi Buck Rogers, o Han Solo, o Flash Gordon, ultimi baluardi della Terra contro quella che stava per diventare l'invasione aliena finale (oh, l'ho detto che leggevamo i libri e avevamo una grande, colorata fantasia che trasformava il mondo intorno a noi..).
Giochi che hanno elementi di vari altri generi, e che per questo non possono essere catalogati in una sola categoria, o giochi che i generi li hanno creati, come pacman, il primo "labirinto d'azione mangiatutto", e frogger, il primo "attraversamento animale di autostrada e palude su tronchi"..