Giochi senza frontiere

Una fase di una manche di giochi senza frontiere

Quando l'Europa non era ancora unita, la Jugoslavia era pur sempre roba da oltre cortina di ferro e gli svizzeri..beh gli svizzeri, che ci volete fare?, c'era un programma che metteva l'Europa davanti al televisore. Introdotta dalla mitica sigla dell'eurovisione, la sfida interessava inizialmente Italia, Francia, Germania ovest e Belgio, e fu poi allargata a Svizzera, Jugoslavia, Portogallo e Grecia: si trattava in genere di sfide sportive, molto spesso a contatto con l'acqua, in cui i partecipanti erano ostacolati nei movimenti da buffi costumi. I due mitici giudici Pancaldi e Olivieri Con un gioco che si protraeva per tutta la trasmissione, il mitico "fil rouge", e la possibilità di giocare l'altrettanto mitico "jolly" per raddoppiare i punti di una manche, fece diventare icone televisive due giudici svizzeri, i compianti Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi. Per l'Italia partecipavano sempre località amene quali Livigno, Campione d'Italia, Marostica.. che puntualmente venivano superate da altre nazioni, soprattutto la Jugoslavia, che imbottivano le proprie squadre di atleti di caratura olimpionica. Tra i commentatori italiani, i più longevi sono stati Ettore Andenna e l'annunciatrice Rosanna Vaudetti, e poi l'energica Milly Carlucci e Claudio Lippi. Atmosfera da fiera paesana transnazionale, ma irrinunciabile.

Flash

Mike e Patty Pravo

Nel suo ultimo programma in Rai, Mike Bongiorno introduce elementi di novità nella sua centenaria formula di successo: Flash è un gioco incentrato sulle notizie di attualità, e sul mitico sondaggio Doxa, con cui ogni settimana si chiedono le più scontate ovvietà agli italiani, come chi sia il politico preferito.. Novità anche nel momento finale, in cui per il raddoppio e il titolo di campione alla "sacralità" delle domande sulla materia scelta dal concorrente si affianca un gioco di fortuna, un "filetto elettronico" che può premiare il concorrente che in quella serata non si senta particolarmente in forma. Mike pone infatti all'aspirante campione la domanda: "Gioca per la cultura o per la fortuna?". Se questi va al raddoppio sulla sua materia, deve scoprire, rispondendo esattamente alle domande, le caselle di un tabellone elettronico 3 per 3, finchè non allinea tre simboli di macchinette fotografiche. Se il concorrente prova la fortuna, invece, dietro le caselle ci sono i numeri dall'1 all'8, e un omino nero. Il concorrente raddoppia e diventa campione della fortuna se, scoprendo una casella alla volta, totalizza almeno 21 punti. Se esce l'omino nero, la prova è fallita. Nel 1982, al termine di un torneo tra i campioni delle varie edizioni, si svolse una super finale, vinta da Mario Marini, portalettere e sindacalista di Torino, esperto della vita di Benito Mussolini. Marini vinse 61 milioni e 240 mila lire.

Scacco matto

I tre conduttori di Scacco matto

Dopo una sola edizione, lo show del sabato sera di Rai uno cambia nome e formula, non più "Fantastico", ma "Scacco matto", con Pippo Franco e Laura Troschel, all'epoca sua moglie. Il programma prevedeva alcune scenette comiche della coppia, più gli interventi di un giovane Cecchetto, chiaramente fuori ruolo, ma era poi tutto incentrato sul quiz giallo "Fermate il colpevole", un giallo, appunto, al termine del quale due coppie di concorrenti dovevano rispondere a tre domande: la prima, ovviamente, riguardava l'identità dell'assassino, le altre due erano focalizzate su alcuni dettagli che gli aspiranti detective dovevano aver colto nel filmato, quali il tipo di arma del delitto, l'orario dell'assassinio, la stanza, come in una partita di "Cluedo". L'esperimento di show, comunque interessante, durò una sola stagione, poi la Rai tornò alla formula vincente di "Fantastico".

Radici

La nascita di Kunta Kinte

Nove Emmy e un Golden globe per uno degli sceneggiati di maggior successo della storia della televisione americana, che racconta duecento anni della storia della famiglia dello scrittore del romanzo omonimo, Alex Haley. Dall'arrivo in America di Kunta Kinte, il capostipite della famiglia, alla sua lotta disperata per affrancarsi dalla schiavitù in cui era stato ridotto dai bianchi, alle vicende dei suoi discendenti, con l'ostacolo della segregazione che continuava ad essere loro imposta, ma infine cittadini liberi, duecento anni di storia americana, con le sue grandezze e le sue miserie. Nel cast stellare dell'originale e del seguito, anche "Lou Grant" Ed Asner e un giovane Lou Gosset jr.

Muppet show

Il cast del Muppet show

Nato da una "costola" del popolarissimo show per ragazzi "Sesame street", il Muppet show fu molto più di un programma con pupazzi animati. Presentati dall'ansiosa rana Kermit, infatti, i protagonisti di quello che dovrebbe essere uno spettacolo musicale mostrano i "dietro le quinte" del mondo dello spettacolo, dimostrando che non è tutto oro quel che luccica. Impegnati nella presentazione dei loro numeri sul palco, ma anche in continue dispute e beghe tra di loro, proprio come gli uomini, si alternano sotto le luci della ribalta, tra gli altri, miss Piggy, una maialina che si crede una diva degli anni '30, innamorata di Kermit, Gonzo, animale dallo strano nasone, incapace in tutto quello che fà e invidioso del suo capocomico. Poi c'è Fozzie, autonominatosi vice capocomico, che non fà ridere nessuno, e ancora il pianista Rowlf, Sam l'aquila, censore dello show, Statler e Waldorf, due odiosi vecchietti che dalle loro poltrone in platea stroncano con ferocia tutte le esibizioni. Il creatore dello show, Jim Henson, compare spesso di persona in mezzo alle sue creature, come molti ospiti "umani", che fanno la fila per farsi prendere in giro dai muppet: tra loro, la modella Twiggy, Julie Andrews, Steve Martin, John Denver, Paul Simon, addirittura Alice Cooper e quasi tutti gli attori di "Guerre stellari". Divertentissime le parodie di vari generi dello spettacolo proposte dai muppet, tra cui quella sul mondo delle news e quella sui telefilm di fantascienza, "Pigs in space".

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